Difendersi dalle banche si può. Intervista a Ilario Fabiano, segretario nazionale di de.ci.ba
Illeciti bancari, anatocismo, usura. Che cosa ha indotto un professionista come lei che si occupa da trent’anni di assicurazioni ad avvicinarsi a questioni così delicate? Quali sono le analogie tra i due settori?
Ce ne sono molte. Tanto per cominciare, oggi le banche si occupano anche di assicurazioni e le assicurazioni, a loro volta, stanno iniziando a sostituirsi alle banche.
Qualche anno fa (20 dicembre 2013) ha fondato, insieme a due esperti del settore degli illeciti bancari, l’associazione DE.CI.BA. Di cosa si tratta?
L’acronimo sta per Dipartimento Europeo Contro Illeciti Bancari. Abbiamo analizzato, negli ultimi due anni, centinaia di casi con il risultato che il 70% dei mutui e dei conti correnti presenta anomalie.
Scoperte le anomalie, come si procede? Ci si rivolge al direttore di filiale?
Assolutamente no. Parlare con il direttore di filiale potrebbe essere la scelta peggiore da fare.
Che si fa allora? Lei, come segretario nazionale di DE.CI.BA, come consiglierebbe di procedere?
Le faccio un esempio: immaginiamo che un nostro associato abbia stipulato il suo mutuo nel 2000 e ci chieda di verificarne la correttezza. Prima fase: esaminare la documentazione e verificare quali illeciti siano presenti. Se vi sono gravi illeciti, si passa alla seconda fase: stesura di una perizia econometrica e legale che determini, secondo la legge, gli addebiti contestati alla banca, la quale è chiamata a risponderne davanti all’organismo di mediazione civile, ovvero l’ente preposto alla conciliazione, prima di potersi rivolgere al giudice ordinario.
Quali spese comporta una procedura di questo tipo? E soprattutto, ne vale sempre la pena? Ci illustri un esempio concreto.
Facciamo un esempio classico di un cittadino medio: mutuo di 150.000,00 euro, sottoscritto nel 2000. Una volta appurato che quel mutuo è in usura, in violazione della legge 108 del 7 marzo 1996, si può fare appello alla sentenza di Cassazione n. 350 del 09 gennaio 2013, la quale stabilisce in sintesi che se il contratto è usurario la banca deve restituire tutti gli interessi pagati sino a quel momento e deve azzerare quelli futuri.
Su un mutuo di 150.000,00 euro, si possono mediamente pagare altrettanti 150.000,00 euro di interessi?
Sì, molto probabile. Dipende poi dal singolo contratto stipulato con la banca.
Quindi il cliente, a cui è stato concesso il mutuo, potrebbe risparmiare 150.000,00 euro qualora il mutuo risultasse usurario?
Esattamente. Pur anticipando dei costi legali, ci sono ormai tante famiglie e aziende che si rivolgono a noi per supportare le loro richieste.
Non solo mutui, quindi.
Abbiamo fatto l’esempio di un mutuo, ma la stessa cosa potrebbe valere per altri strumenti finanziari come i leasing.
Parliamo di soldi. Che cosa comporta, in termini di spese vive, associarsi a DE.CI.BA?
L’iscrizione a DE.CI.BA e l’investimento della somma di € 15,00 se si tratta di un privato o € 50,00 se trattasi di una partita Iva.
Moltissimi clienti hanno rapporti decennali (quando addirittura non trentennali) con le proprie banche, basati spesso su rapporti di fiducia costruiti negli anni. Non è semplice intraprendere un’azione legale contro la propria banca.
È vero. Per la maggioranza della popolazione italiana (statistiche alla mano), affrontare una banca significa spesso fare appello a una dose massiccia di coraggio perché la banca è sempre stata percepita come un’istituzione solida, un organismo inattaccabile, spesso troppo potente per i piccoli clienti, imprenditori che hanno bisogno della collaborazione della propria banca per lavorare ogni giorno, pagando i fornitori e affrontando tutte le spese che un’impresa comporta. In realtà, la banca è un semplice fornitore di servizi come il proprio assicuratore, l’amministratore di condominio e così via. Se ci sono anomalie, vanno scoperte e se ci sono illeciti bisogna difendersi. È un diritto dei clienti, supportato da una normativa di riferimento, ci sono molte sentenze che ormai lo dimostrano. Sempre più cause sono vinte dagli utenti. Basta muoversi con intelligenza e affidarsi a professionisti che analizzano il caso e che si occupano proprio di questa materia.
Ci sono ormai moltissimi avvocati o studi associati che si occupano anche di queste questioni, chiedendo talvolta dei compensi proibitivi per procedere a una perizia.
È un settore pieno di insidie e di false promesse. Per questo, l’utente deve rivolgersi a personale specializzato che valuti se e quanto convenga procedere e soprattutto che si occupi quotidianamente di queste questioni. Far valere i propri diritti è un nostro dovere, prima ancora che un diritto vero e proprio. Lo è per noi e per chi si trova a subire inconsapevolmente delle truffe che ormai percepisce come legalizzate. Se a ledere un nostro diritto è una banca, si procederà contro la banca, come contro qualunque altra persona o organismo. Perché con le banche si è così timorosi?
Per paura di perdere, immagino. Perdere tempo e denaro, oltre che la fiducia stessa della banca, cui il cliente si è rivolto per anni.
Se ragioniamo con la paura, le banche porteranno sempre avanti le proprie istanze, a discapito dei propri clienti che manterranno un atteggiamento di sudditanza. Se ognuno di noi si fidasse meno e fosse consapevole dei propri diritti e doveri, le banche non avrebbero lo strapotere che hanno invece conquistato negli anni sulla pelle dei loro clienti. Rivendicare i propri diritti si può, DE.CI.BA con i suoi professionisti lo ha dimostrato.