La crisi che uccide: imprenditore si lancia sotto il treno e muore
Un gesto estremo, dettato dalla crisi e dalla disperazione. È successo a Padova, alcuni giorni fa. L’imprenditore Augusto Rigoni, 64 anni, si è lanciato sui binari provocando il blocco dei treni a Terme Euganee e perdendo la vita, in prossimità della stazione.
Il treno coinvolto è stato il Regionale 2226 Bologna-Venezia.
La vittima, Augusto Rigoni, era molto conosciuto nella zona termale perché titolare de Il calzolaio, un negozio di scarpe in centro ad Abano Terme, in Piazza della Repubblica che, da qualche tempo, pare non navigasse in buone acque. Stando alle prime ricostruzioni, il suicidio sarebbe legato a problemi economici.
Un altro caso che si aggiunge purtroppo a una lista già lunga di imprenditori che, strozzati dalle tasse, sprofondano nella disperazione arrivando a compiere gesti estremi.
Altra vittima è l’imprenditore, Egidio Maschio, 73 anni, di Campodarsego, fondatore nel 1964, con il fratello Giorgio, del gruppo Maschio Gaspardo, leader mondiale nella meccanica agricola. A portarlo alla morte è stata senza alcun dubbio la crisi. E le banche. Lo ha scritto lui stesso, a chiare lettere, prima di spararsi un colpo al petto con un fucile, nella sala riunioni della sua azienda. Lui stesso, prima del tragico gesto, ha preso carta e penna e ha spiegato tutto in una lettera.
Negli ultimi tre anni, i suicidi sono raddoppiati. Nel 2014 sono state complessivamente 201 le persone che si sono tolte la vita per motivazioni economiche, rispetto ai 149 casi registrati nel 2013 e agli 89 del 2012. Sono questi gli ultimi dati, resi noti da Link Lab, il Laboratorio di Ricerca Socio-Economica dell’Università degli Studi Link Campus University, che da oltre tre anni studia il fenomeno e che ha pubblicato i dati complessivi di un’attività di monitoraggio avviata nel 2012.
È salito quindi a 439 il numero complessivo dei suicidi legati alla crisi economica, registrati in Italia, nel triennio 2012-2014.
Dopo l’impennata registrata nel 2013, infatti, i suicidi legati a difficoltà economiche hanno conosciuto un ulteriore e significativo aumento nel corso del 2014 risultando più che raddoppiati rispetto al 2012. Un’escalation che ben rappresenta un drammatico scenario in cui debiti, fallimenti, licenziamenti, stipendi non percepiti, disoccupazione sono il motivo alla base di tutte quelle tragedie umane che si consumano ogni giorno.
Il fenomeno interessa, in maniera trasversale, strati sempre più ampi della popolazione, investendo con la stessa forza Nord, Sud ed Isole e sta trascinando prepotentemente verso la disperazione non più solo imprenditori e titolari di azienda, ma un numero sempre più considerevole di disoccupati. Stando ai dati Link Lab il 45% dei suicidi riguarda gli imprenditori, il 42% i disoccupati. Percentuali che fanno riflettere.
Prima di fare sciocchezze, informatevi e rivolgetevi a dei professionisti. Molti imprenditori, invece di cadere nella disperazione, hanno attaccato la banca e gli altri creditori perché c’erano tutti i motivi per farlo. La legge era dalla loro parte e ora hanno ripreso la loro attività.
La legge può essere dalla tua parte. Chiama i numeri giusti. Non soccombere alla crisi! Ricomincia a vivere.