Il fisco premia i dirigenti che ci massacrano – Agenzia Entrate ti denuncio
ABOLIAMO GLI STUDI DI SETTORE E GLI ACCERTAMENTI SU PRESUNZIONE E DENUNCIAMO CHI SBAGLIA
( AGENZIA ENTRATE ), questo dovrebbe essere il format di un futuro REFERENDUM POPOLARE.
Partiamo dall’assunto che i controlli della Agenzia delle Entrate basati quasi esclusivamente sui famigerati “studi di settore” , dovrebbero avere come fine quello di scovare le imprese che dichiarano fiscalmente, nello specifico settore, delle cifre al di sotto della media del settore stesso; in realtà invece gli studi di settore si sono trasformati in una macchina automatica “macina soldi” per il fisco italiano, il classico modo all’italiana di lavorare facile e poco per guadagnare tanto, facile perché ormai dalla scrivania del funzionario basta un incrocio di dati e qualche click sulla tastiera e parte una bella cartella di pagamento, e se a questo si aggiunge un accertamento in azienda non eseguito a dovere il gioco è fatto, il conto presentato dagli accertatori lievita inspiegabilmente.
E se per incassare tanto, almeno sulla carta, oltre ad inviare cartelle impazzite contenenti numeri presunti anziché dati certi ed inequivocabili, “ a capocchia” insomma, ci aggiungiamo anche un premio di 68 milioni di euro da dividersi tra tutti i comparti dirigenziali della Agenzia delle Entrate al raggiungimento dell’obiettivo, beh allora così è veramente facile raggiungere gli ambiti premi.
Si perché l’obiettivo 2015 era accertare 1.300.000 p.iva di cui 3.000 grandi aziende ed arrivare al 63% di accertamenti (e si vince il premio) – ma le 3000 aziende si fa presto, si finisce in fretta, e 3000 accertamenti sono un numero inferiore all’anno precedente perché ovviamente non si può controllare le stesse aziende tutti gli anni, ed essendo un numero ridotto in Italia ovviamente si finisce in fretta e quindi si salta addosso ai piccoli schiacciando l’acceleratore per controllare l’altro milione e trecentomila micro aziende, di artigiani, professionisti e commercianti.
Raggiungere il 63% delle vittorie dicevamo che è facile perché in questo obiettivo vi sono anche le vittorie parziali – accerto 100 e riscuoto 10 – quindi perché verificare con equità, giustizia, attenzione e senso di responsabilità? Tanto vinco sempre!
TANTO SE SBAGLIO NON PAGO! – E SE QUALCUNO PAGHERA’ SARA’ SEMPRE A CARICO DEL SISTEMA PUBBLICO, CIOE’ PAGHIAMO SEMPRE NOI.
Questo è quanto accaduto sino ad oggi, ed anche all’imprenditore protagonista sfortunato della “caccia al premio” che testimonia la sua odissea con questo video registrato su La 7 alla trasmissione La Gabbia di ieri 6 aprile; per fortuna sembra che dal 2016 queste “premiazioni” siano terminate, speriamo bene.
Solo che questa volta ai tre funzionari con i numeri è andata male (magari semplicemente per errori professionali che per carità, ci possono anche stare dato che tutti possono sbagliare) perché il sig. Furlan invece che pensare al suicidio come è accaduto ed accade ancora a tanti imprenditori vessati da banche ed Equitalia, ha reagito ad un accertamento di circa 600.000 euro denunciando con una azione civile senza precedenti in Italia i tre accertatori e vincendo la causa dove il giudice nelle conclusioni ha sentenziato che i dati numerici riportati dai ricorrenti, i tre funzionari, erano matematicamente scorretti.
Dopo questa sentenza anche la commissione tributaria regionale di Venezia dà ragione al sig. Furlan annullando tutte le cartelle e condannando l’agenzia delle Entrate alla rifusione delle spese; ma pensate che sia finita qui? Nemmeno per sogno perché al sig. Furlan continuano ad arrivare cartelle inerenti gli accertamenti in questione, come se la mano destra non sapesse cosa fa la mano sinistra, un classico negli uffici pubblici italiani, causando ulteriori danni all’imprenditore in termini di costi legali per difendersi continuamente, in termini di tempo prezioso sottratto all’azienda ed alla sua famiglia, ed in termini di salute che può solo evolversi manifestando da subito e nel tempo una serie di patologie fisiche e mentali sconosciute prima dell’arrivo della famosa “busta verde”; ma tutto questo, il così detto danno NON patrimoniale, chi lo risarcisce?
Questo argomento è molto sentito dall’associazione D.E.C.I.B.A. che sta approntando un sistema trivalente per accertare tutte le
tipologie di danni “psico-fisico”subiti dai soggetti vessati da banche ed Equitalia, e da parte di importanti studi legali e periti medico legali che difendono coloro i quali hanno subito danni fisici permanenti da infortuni ( da danni da circolazione ad esempio) , da malasanità ( interventi riusciti male)ecc.. ad utilizzare questa nuova matrice legale/peritale “trivalente”.
Quindi quando riceviamo una “busta verde pesante”, NON ci abbattiamo, verifichiamo con professionisti accreditati la veridicità dei numeri ma ricordiamo che per ricorrere contro Equitalia, nel valutare l’opportunità di instaurare un contenzioso tributario occorre comunque ponderare sia tempi che costi; infatti, la proposizione di un ricorso comporta, nella maggior parte dei casi, costi aggiuntivi rappresentati dall’obbligo di farsi assistere da un difensore (per le controversie di valore superiore a 3.000 euro) e dal rischio, per chi perde, di essere condannato al pagamento delle spese, perciò fate grande attenzione ai millantatori.
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Video della trasmissione “La Gabbia” canale “La 7”