Banche nei guai: La legge 154/92 è molto chiara.
Tra le leggi che regolamentano le operazioni finanziarie tra gli Istituti di Credito e i consumatori ce n’è una in particolare che le banche, da troppo tempo, hanno la cattiva consuetudine di rispettare poco.
E’ la legge 154/92 agli articoli 2 e 4 che obbliga gli Istituti di Credito in primo luogo ad indicare precisamente il tasso effettivo e in secondo di specificare tutti i costi relativi al rapporto (es. Mutuo, conto corrente o leasing) e ogni condizione praticata e convenuta, a cui fa riferimento anche il T.U.B. (Testo Unico Bancario) all’art. 117 del comma 4 con la locuzione “ogni altro prezzo e condizione“.
Chi può impugnare questa legge?
Tutti coloro che hanno ancora in essere, o che non sia stato estinto da oltre 10 anni, un mutuo, prestito, leasing e conto corrente.
E cosa comporta? Il rimborso parziale di tutti gli interessi (70% circa) pagati fino ad oggi e l’annullamento parziale di quelli da restituire fino alla scadenza del contratto di credito attraverso il ricalcolo del piano di ammortamento al tasso minimo dei Bot anzichè fare riferimento ai tassi esposti nel contratto.
Il TAEG, o anche detto I.S.C., è il Tasso Annuo Effettivo Globale che va ad indicare ad un potenziale cliente il costo totale di un mutuo, un finanziamento, un leasing o di una linea di affidamento sul vostro corrente proposto da un qualsiasi Istituto di Credito. Come previsto dalla legge.
Il suddetto tasso (un numero semplice e chiaro) va a racchiudere tutti gli oneri, quelli di intermediazione, spese di istruttoria, commissioni, spese per l’incasso della rata, imposte ed anche le assicurazioni per ottenere il finanziamento. Ad esempio nel T.A.E.G., qualora fosse obbligatorio aprire un conto corrente per accedere ad un finanziamento o mutuo, vengono inseriti anche i costi fissi e quelli variabili in funzione dell’uso del prestito.
Insomma, per un Istituto di Credito, dovrebbe essere facile fornire dei dati certi, precisi e che rispettino le normative di legge per proporre agli eventuali consumatori dei contratti di credito totalmente chiari e trasparenti. “Anche per poter fare dei confronti tra un Istituto di Credito e l’altro.”
Numerose ormai le sentenze dei Tribunali d’Italia che condannano le banche a risarcire i loro clienti (privati e aziende) per tassi difformi da quelli pattuiti e che in molti casi hanno superato il limite della soglia dell’usura portando nelle loro tasche denari illegittimamente percepiti – quindi, “apriamo gli occhi”!
Alcune delle ultime sentenze più eclatanti sono: Trib di Benevento (Sent. 723/16 marzo 2016) ; Trib. di Firenze (Sent. 990/16 marzo 2016) ; la più clamorosa è quest’ultima dal Trib. di Padova (Sent. 833/16 marzo 2016) con il Giudice Bertola che condanna la banca a pagare il doppio ad un azienda, per usura e danni non patrimoniali.
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