BREXIT: RISCHIO BANCHE IMPRESE ITALIANE
BREXIT: IMPRESE ITALIANE A RISCHIO BANCHE
La Brexit porta inevitabilmente un rischio in più per le imprese italiane, sia per quelle stabilmente presenti sul mercato anglosassone che acquistano prodotti dall’Italia pagando in Pound sia quelle che dall’Italia esportano in Gran Bretagna, per ragioni diverse ovviamente.
È vero che il rischio è la linfa vitale degli imprenditori, ma quando accadono situazioni che da un giorno all’altro impattano e modificano i tuoi piani commerciali e strutturali, questo passa sopra la tua testa e puoi solo prenderne atto, ritirarti ancora una volta su le maniche e continuare a lavorare più di prima per recuperare le perdite che sono già arrivate o potranno arrivare.
Questo è l’incubo che al domani del Brexit stanno vivendo le imprese, non solo le SPA, ma anche le piccole srl o s.a.s che fanno import/export con la Gran Bretagna, molte di queste Lombarde.
Ma oltre a questo ci sarà un’altra aggressione, quella delle banche che cercheranno di “ritarare” gli affidamenti in corso con le loro imprese clienti in quanto, dotate di tecnologie ed informazioni che consentono loro di vedere oltre, più in là nel tempo, di conoscere ciò che accadrà sui mercati mondiali (anche se a volte non è così o per lo meno così sembra ma qui si aprirebbe un altro capitolo), mettono come si suol dire “le mani avanti”.
La prima cosa che faranno sarà quella di chiamare a rapporto i loro clienti per ridurre gli affidamenti, alzare i costi generali e spesso, approfittando della situazione, chiedere qualcos’altro in cambio come ulteriori garanzie, magari ipotecarie ecc… – film che vediamo tutti i giorni.
Ed è una ragione in più per le aziende andare a monitorare i costi, in particolare i costi bancari, quelli attuali e futuri, mettendo da subito in atto processi di negoziazione con i propri istituti bancari e parallelamente andando a verificare, a controllare soprattutto quelli passati, perché è proprio dal passato che, statisticamente, si verificano le possibilità di recuperare importanti somme; mediamente il 50% degli interessi, costi e commissioni pagati alle proprie banche dall’inizio dei rapporti di finanziamento su conti correnti e prodotti collegati.
Considerato che l’imprenditore a volte non è consapevole né dei costi generali bancari né della possibilità di poterli analizzare in modo matematico/legale, buona norma sarebbe quanto meno leggere la voce di bilancio che riassume detto costo, oppure ancora più veloce, ti do un consiglio: manda una mail al tuo commercialista e chiedigli di inviarti la somma di tutti i costi bancari a bilancio di ogni esercizio passato e di tracciare la somma, così ti arriva tutto pronto in pochissimo tempo, a questo punto immagina che puoi con altissima probabilità recuperare il buona parte di quel totale, e già li puoi iniziare a sobbalzare dalla tua comoda poltrona.
Il segretario nazionale di D.E.C.I.B.A sottolinea quanto sia importante, vitale per le aziende monitorare e controllare, non il semplice dare/avere dell’estratto conto, o le somme finali degli interessi passivi e i costi, ma ciò che è invisibile, occulto, ciò che emerge solo attraverso una analisi econometrica svolta da specialisti che vanno a verificare i diversi vizi possibili andando a confrontare la correttezza dei tassi, delle valute e di altri particolari se congrui e se soprattutto in linea con le norme vigenti di Bankitalia, del TUB, TUF del CPC e del CPP.
Sui mutui, leasing, finanziamenti e prodotti derivati (queste ultime tipiche scommesse in cui si sa già a priori chi vince e chi perde) le percentuali si alzano sensibilmente, le statistiche di vizi e anomalie contrattuali “ab origine” toccano punte del 80% dei contratti.
DECIBA, il dipartimento di controllo degli illeciti bancari e assicurativi, l’ente più competente e rappresentativo in Italia, è in grado di controllare gratuitamente buona parte dei rapporti bancari e assicurativi.
Non perdere questa opportunità! Per maggiori chiarimenti puoi avere un primo contatto con la segreteria nazionale all’indirizzo email – segreterianazionale@deciba.it o chiamando il 02.90427304
Via mail ti risponderà direttamente il segretario nazionale rag. Ilario Fabiano. Qui sotto troverai un suo video che spiega come un azienda ha potuto recuperare tutti gli interessi pagati sul fido ingiustamente (illecitamente) alla sua banca e, inoltre, è stato risarcito per DANNI NON PATRIMONIALI.
SENTENZA EPICA.
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02.9042.7304 – 340.821.1767
Restando in tema. Qui sotto la pubblicazione delle sentenze che vedono come protagonisti buona parte degli Istituti di Credito, i loro clienti e sopratutto i giudici lungimiranti e attenti alla materia bancaria, è in continuo aggiornamento.Le sentenze che condannano le banche sono numerose, abbiamo chiesto ai professionisti di DECIBA di fornirci le loro importanti ordinanze, intanto questo è il primo assaggio.
Il Giudice dott. Loffredo con ordinanza del 06/04/2016 ha accertato l’esito della ricostruzione contabile operata in giudizio, un saldo a credito per l’imprenditore pari a 326.096.27 mila euro – Tribunale di Benevento.
Clicca e leggi l’ordinanza del Tribunale di Benevento del 06/04/2016
Il Giudice dott. Di Fulvio con sentenza n 478/16 del 29/03/2016 ha accertato e dichiarato l’applicazione illegittima da parte di una Banca di interessi anatocistici, Commissioni di Massimo Scoperto, valute e spese di conto, con conseguente rideterminazione di un saldo a credito dell’imprenditore di 520.111.26 mila euro – Tribunale di Pescara.
Clicca e leggi la sentenza del Tribunale di Pescara del 29/03/2016
Il Giudice dott. Mura con sentenza n 5295/2016 del 29/03/2016 ha precisato che la mancata indicazione dell’I.S.C. (Indicatore Sintetico di Costo) all’interno di un contratto di finanziamento o mutuo ne provoca la nullità, con l’obbligo di restituire alla Banca solamente il capitale. – Tribunale di Cagliari
Clicca e leggi la sentenza del Tribunale di Cagliari del 29/03/2016
Il Giudice dott. Brogi con sentenza n 2179/2016 del 24/03/2016 ha preso atto che la prescrizione e le Commissioni di Massimo Scoperto sono nulle perché generiche. – Tribunale di Prato
Clicca e leggi la sentenza del Tribunale di Prato del 24/03/2016
Il Giudice dott. Bertola con sentenza del 03/03/2016 ha precisato che per effetto di commissioni ed interessi illegittimi, quando a seguito di ciò il correntista viene segnalato in Centrale Rischi, è equo riconoscere per il ristoro del danno non patrimoniale una somma pari al doppio di quelle illegittimamente addebitate. Banca condannata a pagare 490.196 mila euro. – Tribunale di Padova.
Clicca e leggi la sentenza del Tribunale di Padova del 09/03/2016
Il Giudice dott. Benincasa con sentenza del 05/03/2016 ha sospeso l’esecuzione immobiliare per nullità originaria del contratto di mutuo. Mutuo in usura pattizia. – Tribunale di Arezzo
Clicca e leggi la sentenza del Tribunale di Arezzo del 05/03/2016
Il Giudice dott. Consolante con ordinanza del 30/01/2016 ha accertato la nullità del contratto di conto corrente e sui conto anticipi per mancanza di forma scritta relativa alla determinazione delle clausole e delle condizioni applicate, condannando la banca a pagare 198.383,38 mila euro oltre le spese di giudizio (8 mila euro circa) e quelle del Consulente Tecnico di Ufficio.
Clicca e leggi la sentenza del Tribunale di Benevento del 30/01/2016
Il Giudice dott. Turco con sentenza n 6/2016 del 04/01/2016 dichiarando illegittima la segnalazione a sofferenza presso la Centrale Rischi, azzera il presunto credito vantato dalla banca in oltre 93.000 mila euro, avendo riscontrato l’applicazione di interessi usurari dal 1997 al 2009. – Tribunale di Ortona.
Clicca e leggi la sentenza del Tribunale di Ortona del 04/01/2016
Il Giudice Esecutivo con ordinanza del 30/12/2015 sospende l’esecuzione immobiliare ribadendo che vi è la necessità di computare, ai fini della verifica dell’usura sui mutui, anche la commissione (penale) di estinzione anticipata.
Clicca e leggi l’ordinanza del Tribunale di Bari del 30/12/2015
Il Giudice dott. Casarella con sentenza 2200/15 del 10/12/2015 ha condannato la Banca a restituire l’importo 145.425,80 mila euro a titolo interessi anatocistici, interessi ultralegali, interessi usurari, Commissioni di Massimo scoperto ed oneri illegittimamente applicati, oltre a interessi legali e rivalutazioni monetari, per complessivi 171.970,95. Il Giudice ha condannato l’istituto di Credito anche alla rifusione di tutte le spese.
>Clicca e leggi la sentenza del Tribunale di Pescara del 10/12/2015
Il Giudice dott. Boiardi con sentenza del 11/11/2015 ha accertato la nullità del contratto di conto corrente per mancanza di forma scritta relativa alla determinazione delle clausole e condizioni applicate, condannando la Banca a pagare al titolare del conto corrente 40.292,12 mila euro e a pagare le spese di giudizio, oltre spese del Consulente Tecnico d’Ufficio.
Clicca e leggi la sentenza del Tribunale di Reggio Emilia del 11/11/2015
Il Giudice dott. Catalozzi con sentenza del 24/07/2015 ha accertato la nullità del contratto di conto corrente per mancanza di forma scritta relativa alla determinazione delle clausole e condizioni applicate, condannando la Banca a pagare al titolare del conto corrente 96.568,63 mila euro e a pagare le spese di giudizio, oltre spese del Consulente Tecnico d’Ufficio.
Clicca e leggi la sentenza del Tribunale di Roma del 24/07/2015
Il Giudice dott. Brogi con sentenza n781/2013 del 18/04/2015 ha accertato la nullità del contratto di conto corrente per mancanza di forma scritta relativa alla determinazione delle clausole e condizioni applicate, condannando la Banca a pagare al titolare del conto corrente 224.256,23 mila euro e a pagare le spese di giudizio, oltre spese del Consulente Tecnico d’Ufficio.
Clicca e leggi la sentenza del Tribunale di Prato del 18/04/2015
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