Come la banca ti risolve gli interessi passivi e l’anatocismo
Come la banca ti risolve gli interessi passivi e l’anatocismo
Ieri (QUI) abbiamo scritto come affrontare la richiesta della banca di sottoscrivere il documento, quindi l’autorizzazione a rendere legale l’anatocismo addebitandoti sul conto gli interessi passivi, oppure a pagare separatamente gli interessi passivi per evitare l’anatocismo.
Ma audite audite, anzi leggete leggete cosa si sono inventate le banche per venirvi in-contro…notizia fresca appena giunta in redazione da parte di una nostra lettrice, una piccola imprenditrice, la sig.ra Costantina > “la mia direttrice di Unicredit mi ha proposto di accantonare mensilmente in un P.A.C. ( piano di accumulo di capitale) una somma vicina agli interessi passivi che mi vengono addebitati in modo di averli disponibili l’anno successivo…e mi è sembrata una buona idea!” – Pure!!! ( aggiungo io…)
E brava la direttrice, una eccellente venditrice di fumo al cui confronto Vanna Marchi e Matteo Renzi sono dei pivellini, ma sarà farina del suo sacco o come immaginiamo si tratta di una “politica commerciale creativa” dettata dall’alto, dai vertici?
E già perché così facendo magari ti apre anche un dossier titoli su cui pagherai i costi annuali, quindi ti apre il nuovo prodotto ( il P.A.C.) su cui la banca incassa provvigioni sia interne che esterne, con costi sia in entrata che in uscita, e poi magari ti dice, apriamo anche una polizza vita che “non si sa mai”… mica scema!
Pensate se su ogni conto corrente su cui maturano interessi passivi le banche agganciassero un P.A.C.! Diventa il business del secolo, per loro.
Tanto non ti spiegheranno se si tratta di un piano obbligazionario o azionario o misto, non ti spiegheranno che pur essendo il P.A.C. un prodotto a basso rischio (in quanto dovrebbe diversificare gli investimenti in fondi comuni o in fondi di fondi , su cui ci sono commissioni da retrocedere) diventa in realtà un buon investimento solo se i versamenti sono costanti nel tempo e con una durata di medio-lungo termine e non a breve.
Tanto non ti diranno che se lo scopo è quello di liquidarlo dopo un anno NON è quella l’operazione di risparmio più adeguata da proporre.
Tanto non ti diranno mai quali sono i costi complessivi che ti verranno addebitati.
Capisc’a me’? E pensa che stiamo parlando di una piccola partita iva, un conto affidato di 12.000,00 euro, immagina cosa succede sui tuoi conti correnti dove hai, magari, 50/100 mila euro di fido, altrettanti o più di anticipo fatture o s.b.f. ecc…ecc..
Ecco perché è d’obbligo “controllare” la tua banca, come fai già con gli altri tuoi fornitori, se ritieni di essere un buon imprenditore, oppure NON dire che è colpa della banca.