Azienda fallita? Non tutto è perduto.
Azienda fallita, non tutto è perduto. Ti chiediamo solo di dedicare 3 minuti del tuo tempo alla lettura di questo articolo. A molti ha cambiato la vita.
L’associazione D.E.C.I.B.A. (Dipartimento Europeo Controllo Illeciti Bancari) ha avuto un aumento di richieste di controllo pari al 45% in + negli ultimi 5 mesi rispetto all’anno precedente.
Dall’inizio dell’anno, ad oggi, sono numerose le aziende e le famiglie che si stanno affidando a D.E.C.I.B.A. per fare controllare i loro rapporti bancari e verificare la regolarità degli stessi.
Questo perché è una tra le pochissime, se non l’unica, ad essere focalizzata e specializzata solo ed esclusivamente nei contenziosi bancari.
I risultati ottenuti sul “campo”, dal dicembre 2013 (mese in cui è stata costituita l’associazione) ad oggi, sono entusiasmanti ci confidano in redazione, ed è proprio grazie alla loro professionalità e credibilità che sempre più aziende e famiglie si stanno rivolgendo a loro.
Ma perché parliamo e si continua a sentir parlare sempre di più di controllare i propri rapporti bancari? E che benefici se ne può trarre?
Innanzitutto, i rapporti bancari oggetto di verifica sono nella stragrande maggioranza dei casi: mutui, prestiti, leasing, conti correnti con affidamento e derivati.
La motivazione per cui si deve effettuare un controllo è semplicemente data dal fatto che qualora il vostro Istituto di Credito non abbia rispettato il contratto sia in termini contrattuali/legali che matematici nei tassi, avrete diritto ad un rimborso per legge (ma questo se non controllate non lo sapete).
Ci sono le sentenze, leggile: ( clicca qui per leggere “sentenze che condannano le banche” ).
Anche in televisione ne hanno parlato: guarda qui sotto il video de “Le Iene” Italia 1 !
Dei contratti di credito analizzati dai professionisti D.E.C.I.B.A. emerge un altro dato che certamente anch’esso farà riflettere:
l’ 80% di questi contratti risulta essere indeterminato (violazione all’ art. 117 del T.U.B.) sin dal momento della stipula, e tra questi circa il 50% è in USURA ab-origine (violazione alla Legge 108/96).
Cosa significa USURA AB ORIGINE? Significa che i tassi e le condizioni già presenti all’atto della sottoscrizione dei contratti presenta il superamento dei “tassi soglia” pubblicati trimestralmente da Bankitalia S.p.A. su disposizioni del Ministro dell’Economia e delle Finanze; e se un terzo dei contratti analizzati supera questo parametro facendo ricadere il contratto in USURA, capite che c’è qualcosa che non funziona nel sistema.
“Si tratta di un dato terrificante visto che gli Istituti di Credito dovrebbero essere la spina dorsale per l’economia del nostro paese! Non un bastone vecchio già usurato e che passo dopo passo rischia di farti perdere l’equilibrio fino a farti cadere..”
Vedendo il “bicchiere mezzo pieno”, ci sono ottime possibilità e credenziali che tu possa rientrare nei cosiddetti “i fortunati nella sfortuna”.
D.E.C.I.B.A. è stata tra le prime grandi ad aver bloccato aste giudiziarie in Italia, con la più importante sentenza del Giudice dott.ssa Santinello del Tribunale di Padova, a seguire la revoca di un fallimento aziendale e, da qui in poi, le sentenze e le ordinanze a favore dei consumatori si moltiplicano.
Il segretario nazionale D.E.C.I.B.A., Ilario Fabiano, ci parla di prevenzione, ovvero di controllare i propri rapporti bancari sia aziendali che in capo all’imprenditore prima di andare in default – prima che sia la banca a fare il primo passo, a richiedere ad esempio il rientro dai fidi.
Rivolgersi ai professionisti del settore facendo le dovute selezioni, per non finire in mani sbagliate, è fondamentale per ogni azienda; è una questione culturale quella dell’imprenditore italiano che va rivista, perché per chi non lo avesse ancora capito, non siamo di fronte ad una “crisi” ma ad una “selezione naturale” – la crisi non c’è e non c’è mai stata, si è trattato di scelte determinate da chi detiene le “redini del comando”, persone che hanno un chiaro obiettivo, quello di indebolire i paesi nel loro “mirino”, a prescindere dalle motivazioni e da chi mette poi in atto le scelte politiche.
Insomma: non si deve arrivare al problema ma bisogna anticiparlo, con le stesse regole del “buon padre di famiglia” disciplinate peraltro dal nostro codice civile.
Conoscere i “propri conti” ci consente di confrontarci ad armi pari con il nostro fornitore, nel caso specifico la banca, oppure l’agenzia delle entrate. Ci consente di sederci al tavolo “del negoziato” per far comprendere al nostro fornitore che l’impresa è una risorsa ed anche la banca lo è, occorre solo trovare i corretti equilibri.
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