Banca condannata per pignoramento illegale. Risarcirà.
Banca condannata per pignoramento illegale. Risarcirà.
Sembra non facciano più scalpore i titoli di giornale con scritto: “ Banca condannata”, ormai sembrano due parole all’ordine del giorno e le numerose sentenze che emergono dai vari Tribunali d’Italia ne sono la prova inconfutabile.
Questa volta la giustizia ci ha messo un po’ più tempo del previsto, ma dopo vent’anni di lotte giudiziarie non poteva finire male, anche se c’è ancora un piccolo nodo da sciogliere.
Sì, tanto c’è voluto ad Antonio Trovò e a sua moglie, perché un giudice ingiungesse alla Banca Antoniana Popolare Veneta, oggi assorbita da Montepaschi, di restituire loro immobili e denaro, pignorati e indebitamente incassati, in questo lungo periodo.
Ma non è ancora finita: proprio oggi, 30 settembre, c’è stata una nuova udienza a Venezia per definire una vicenda di cambiali agrarie, che la coppia ritiene falsificate, e che è stata la base su cui la banca aveva impostato le proprie pretese, vi terremo informati sugli esiti naturalmente.
È dello scorso maggio, infatti, la sentenza del tribunale civile di Venezia che dispone la restituzione, ai due coniugi, di sette immobili (negozi e appartamenti), in centro a Cavarzere, pignorati dalla banca nel 2006, sulla base di un asserito credito di quasi 450 mila euro. La stessa sentenza ordina anche la restituzione di oltre 102 mila euro (più interessi per circa 30 mila e spese legali) incassati dalla banca medesima con una esecuzione immobiliare del 1996. E tutto per estinguere un mutuo, risalente al 1990, di 300 milioni di lire (più interessi e more varie).
Un debito che i coniugi sostenevano, invece, di aver coperto abbondantemente con la vendita di alcuni di quegli immobili ipotecati col mutuo, i cui proventi erano stati versati in un apposito conto corrente. La banca, per parte sua, sosteneva che il ricavato di quelle vendite era servito a ripagare, ma solo in parte, alcune cambiali agrarie sottoscritte dai coniugi, su un altro conto corrente.
Dopo una lunghissima serie di controversie legali e tre gradi di giudizio, nel 2014, la Cassazione aveva confermato la sentenza di appello che riconosceva l’avvenuto pagamento del mutuo da parte dei coniugi e che dichiarava nulli tutti gli atti compiuti dalla banca per riscuotere il presunto credito
Ma la banca non aveva provveduto a restituire alcunché, anzi c’è voluta un’ulteriore sentenza del giudice dell’esecuzione immobiliare (dopo la Cassazione «non è venuto automaticamente meno il titolo su cui si basava l’azione esecutiva della banca» spiega quest’ultimo) perché i due cavarzerani rientrassero in possesso dei beni indebitamente pignorati dalla banca.
Ricordate che dubitare è sintomo di intelligenza, controllate la vostra banca, potrebbe essere lei in debito verso di voi e non il contrario.
Facciamo i complimenti all’avvocato che ha gestito questo caso, in certi casi fanno davvero la differenza.
Vi forniamo i riferimenti del segretario nazionale dell’associazione D.E.C.I.BA. (con il suo consenso), che si occupa di tutelare i cittadini e le imprese da abusi bancari e finanziari.
– Ilario Fabiano – Tel 02.9042.7304 – Mail lombardia@deciba.it –
www.disinformazionebancaria.it – www.movimentorevolution.it – www.rimborsobancario.it