Decreto mutui | Niente tribunale: dopo 18 rate in mora casa alle banche
Decreto mutui. Dopo 18 rate in mora casa alle banche.
Ora hai la possibilità di decidere se avvalerti della vecchia legge o di quella in vigore scattata il 1 novembre con il nuovo decreto mutui (d. lgs. n. 72/2016).
In pratica se decidi di acquistare un immobile ora hai 2 possibilità:
- LA PRIMA: la vecchia norma prevede la possibilità per la banca di impossessarsi della casa oggetto di ipoteca in seguito al mancato pagamento di 7 rate anche non consecutive, tale norma rimane sempre valida per i mutui in corso, rinegoziati e surrogati; la banca dovrà seguire un iter giudiziario che partirà con la comunicazione di decadenza del beneficio del termine ( del contratto) e la richiesta di tutto l’importo residuo di mutuo, seguirà un decreto ingiuntivo, il pignoramento e la messa all’asta del bene ( tempistica un paio di anni a seconda dei tribunali)
- LA SECONDA: con la nuova norma puoi sottoscrivere il così detto “patto Marciano” con cui allunghi la possibilità di NON pagare sino a 18 anziché 7 le rate di mutuo, ma la banca potrà impugnare il contratto e risolverlo, impossessandosi immediatamente dell’immobile, senza passare per l’iter giudiziario sopra descritto.
Coloro che si accingono alla stipula di un nuovo mutuo devono essere assistiti da un consulente professionista che sappia consigliare la scelta migliore.
Qual è l’altro vantaggio per il consumatore oltre ad avere un periodo di tempo più lungo a disposizione qualora dovessero capitare imprevisti tali da non riuscire a pagare le rate del proprio mutuo?
Primo caso, dove il debito residuo è 100 mila ma l’immobile periziato da un professionista indipendente vale 150 mila euro = la banca liquiderà la differenza tra il debito del mutuo e il valore dell’immobile risultante dalla perizia effettuata, cioè 50.000,00 euro
Secondo caso ( quello in cui le cose dovessero andare male e la banca si appropriasse del tuo bene) dove il debito residuo è sempre 100 mila euro ma l’immobile periziato ha un valore di 70.000,00 euro = la questione si chiuderebbe a “pari e patta” – cioè la banca non dovrà, come invece accade con la vecchia norma, chiedere alcuna differenza, tenendo a proprio carico i 30.000,00 euro di differenza che invece con la vecchia norma avrebbe preteso all’infinito.
Per chi invece ha un mutuo in corso oppure chiuso da meno di 10 anni:
La prima cosa da fare è verificare se il mutuo in questione presenta delle anomalie, più o meno gravi come le indeterminatezze contrattuali o come l’usura “ab origine” (cioè già nella fase di sottoscrizione del contratto); ciò è possibile attraverso una analisi dettagliata dell’intero contratto di mutuo, ma l’altra cosa importante è che questa fondamentale valutazione venga fatta da professionisti espertissimi della materia, NON dal primo faccendiere di turno. Abbiamo preso 100 mutui a campione per verificare la loro regolarità e solo il 20 % di questi sono risultati regolari.