Controlla il tuo conto corrente: se sei in rosso potrebbe non essere colpa tua ma dell’anatocismo bancario
Hai mai controllato il tuo conto corrente, verificando le spese stabilite dalla banca?
Potresti scoprire che è stata applicata la capitalizzazione trimestrale degli interessi. Si tratta dell’anatocismo bancario che spesso porta all’usura. Per chi non lo sapesse, l’anatocismo bancario, spiegato in soldoni, è l’applicazione degli interessi sugli interessi su conti correnti, mutui o prestiti ed è disciplinato dall’articolo 1283 del codice civile.
Non ci si pensa fino a quando non si incappa in un saldo negativo e spesso neanche in quella circostanza, pensando che la banca ha sempre le sue regioni nell’esigere le spese e che se il conto corrente è in rosso è sempre e solo responsabilità del cliente. Non è sempre così. Anzi.
A fronte di un saldo negativo messo a sofferenza, la banca chiede il rientro immediato e, in caso d’insolvenza, notifica un decreto ingiuntivo. Opporsi è fondamentale: nel 90% dei casi, dopo l’analisi dei conti correnti, sarà riscontrato anatocismo bancario.
In base alla sentenza della Corte Costituzionale n. 78 del 2 aprile 2012, è stata dichiarata l’incostituzionalità dell’art. 2 comma 61 della Legge 10/2011, Decreto Milleproroghe, circa l’Anatocismo Bancario e Usura, ovvero, la capitalizzazione trimestrale dell’interesse.
Con tale sentenza, le banche italiane sono state costrette a restituire ai loro correntisti tra i 20 e i 30 miliardi di euro per aver praticato l’anatocismo, ossia per aver applicato interessi sugli interessi trimestralmente sui prestiti e annualmente sui depositi dei loro clienti.
Per opporsi a un decreto ingiuntivo ex art. 50 TUB (Testo Unico Bancario) serve una perizia contabile, che evidenzi ed eccepisca tutte le violazioni civili e penali commesse dalla banca. In base al risultato che si ottiene dalla perizia, in sede di opposizione, si possono ottenere vari risultati, alcuni dei quali estremamente interessanti per il cliente.
Il tribunale di Milano, con un’ordinanza del 1°luglio, ha accertato un comportamento illecito di una delle più importanti banche italiane che conta quasi 11 milioni di correntisti.
Ha inibito a Intesa Sanpaolo ogni forma di capitalizzazione degli interessi passivi e ogni pratica anatocistica in tutti i contratti di conto corrente con i consumatori.
La banca è stata condannata a pubblicare il contenuto dell’ordinanza sulla home page del proprio sito Internet e a comunicarlo a tutti i consumatori con le stesse modalità di comunicazione degli estratti conto periodici.
Le banche fanno regolarmente quello che la legge vieta: la sopracitata “manovra massiva sui tassi di interesse” è una pratica illecita e consolidata. Funziona pressappoco così: i vertici dell’istituto di credito programmano, con largo anticipo (solitamente all’inizio del trimestre), un progressivo e millimetrico incremento dei tassi di interesse passivi. Aumenti minimi di cui il singolo cliente spesso non si accorge neanche, ma che significano grosse cifre per i forzieri dell’istituto di credito. Difficile che il correntista se ne renda conto perché quasi nessuno si preoccupa di leggere gli estratti conto trimestrali o, peggio ancora, si arma di calcolatrice per verificare che il saldo debitorio, con l’applicazione degli interessi, sia quello corretto. Solo pochissimi clienti si accorgono di questa manovra fraudolenta, peraltro solo dopo l’arrivo a casa degli estratti conto trimestrali, ossia con 90 giorni di ritardo, durante i quali, comunque, la banca ha già prelevato dal conto.
Se hai il conto in rosso, non ti sentire in colpa. Potresti non essere debitore alla banca ma, al contrario, aver diritto a un rimborso per somme che ti sono state sottratte illecitamente.
Controlla quindi il tuo conto corrente. Se è stato oggetto di anatocismo bancario, dopo le perizie, potrai sicuramente recuperare le spese che la banca ti ha ingiustamente applicato. Per saperne di più sul calcolo e su come intervenire, guarda il video sottostante.