“Crif” per morosi telefonici intenzionali; la pacchia è finita.
“Crif” per morosi telefonici intenzionali.
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 4 novembre 2015 il provvedimento costitutivo di una banca dati relativa a morosi intenzionali di clienti nel settore telefonico.
Sostanzialmente il senso di questa nuova banca dati sarà quello di andare a registrare le morosità intenzionali e non quelle dovute alle difficoltà economiche per chi non paga le bollette del telefono.
Sembra assomigliare molto al Crif o alla Centrale Rischi della Banca d’Italia, con la speranza però, che questa banca dati non sia gestita allo stesso modo e che gli inventori/proprietari di questa “invenzione” non siano proprio gli stessi operatori telefonici. Sarebbe un paradosso.
Questa tale banca dati si chiamerà S.I.Mo.I.Tel., ed è finalizzata alla verifica dell’affidabilità e della puntualità nei pagamenti nel settore dei servizi di comunicazione elettronica (Sistema Informatico Integrato, il cosiddetto SIT).
Rientrano le utenze sia di linea fissa che mobile. Grazie alla banca dati, le società telefoniche potranno vagliare preventivamente l’affidabilità del cliente e stabilire se chi chiede il contratto sia solito al “turismo telefonico”, ossia ad abbandonare un operatore per passare a un altro, allo scopo di non pagare le ultime bollette insolute.
Inoltre, prima di essere inserito nel sistema il cliente dovrà essere avvisato dall’operatore telefonico.
Le informazioni sui pagamenti non regolarizzati saranno conservate per 36 mesi e poi verranno cancellate in automatico. I dati raccolti non potranno essere usati per altre finalità (ricerche di mercato, pubblicità, marketing).
Il libro nero in cui saranno schedati i furbetti delle bollette telefoniche aveva ricevuto lo scorso 26 ottobre il via libera del Garante della Privacy.
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