Decreto Legge pignoramento conto corrente: come difendersi!
Decreto Legge pignoramento conto corrente senza passare da un Tribunale: come difendersi
Decreto legge pignoramento conto corrente. Con il nuovo Decreto Legge 225/2016 (una volta entrate in vigore le disposizioni del decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2017), la “nuova” Agenzia delle Entrate Riscossioni avrà innanzitutto l’accesso immediato alla banca dati dell’Anagrafe Tributaria, potrà accedere ai dati dell’INPS e ottenere informazioni pertinenti (sul vostro rapporto di lavoro ad esempio) ed, infine, pignorare lo stipendio, la pensione, indennità, ecc., in caso di debito con il Fisco.
Pertanto dal 1 luglio 2017, l’AdE-Riscossione nel momento stesso in cui la cartella esattoriale verrà notificata al debitore, non dovrà più rivolgersi al giudice per citare in giudizio lo stesso e attendere il verdetto ma, considerando che la cartella di pagamento è già di per sé atto esecutivo tale all’atto di precetto (qualora la cartella esattoriale non venisse pagata entro 60 giorni dalla notifica della stessa), l’ente potrà procedere con il pignoramento del conto corrente.
Trascorso anche questo termine di 60 giorni, l’ente di riscossione può subito notificare l’atto di pignoramento alla banca ancor prima di averlo fatto all’interessato, invitando quest’ultimo però al pagamento del suo debito entro altri 60 giorni.
Decorsi tutti i termini suddetti, se il debitore dovesse continuare a non pagare quanto dovuto, il Fisco richiederà al “suo” Istituto di Credito di versare l’importo senza ricorrere a nessun giudizio di un Tribunale.
Come difendersi dal decreto legge pignoramento conto corrente
Per difendersi e impedire il pignoramento previsto dal decreto fiscale, il contribuente che riceve la notifica dello stesso, deve presentare entro 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento una richiesta di rateizzazione. E solo una volta accertata la richiesta di dilazione della cartella e pagata la prima rata del piano di rientro, il debitore potrà presentare la richiesta di sblocco del conto corrente.
Detto questo, una delle rarissime regole da seguire; è quella di controllare sempre l’origine del debito e se ciò che ci stanno richiedendo a tale titolo sia davvero corretto !
Spesso, quando si vanno ad esaminare la regolarità delle cartelle esattoriali ad esempio (specialmente quelle che ci si trascina da diverso tempo), alcune somme non sono più dovute per intero perché cadute in prescrizione e, con una certa frequenza, si scopre che gli interessi richiesti sul debito originario Non sono assolutamente conformi ai calcoli matematici prestabiliti e di conseguenza si ha la possibilità di fare opposizione chiedendo di pagare il giusto.
Risarcimentomutui dopo anni di presenza nel campo degli illeciti bancari, è riuscita a concludere diverse convenzioni con i migliori specialisti del settore tributario per fronteggiare l’ente di riscossione e/o, gli enti creditori.