La storia di un contribuente e la poca trasparenza della banca: la reazione di un bancario in un servizio su La7
Nonostante capiti di sentire di timidi segnali di ripresa, la crisi incombe e non è assolutamente superata. Di soldi (liquidi e non solo) ce ne sono sempre meno – almeno per il ceto medio che medio più non è – e non ce la si fa più a pagare nemmeno la rata del mutuo. Molte case, così come terreni e aziende, vanno all’asta.
In questo scenario così drammatico, aumentano sì i debiti ma anche i contenziosi in tribunale contro le banche, sia civili, sia penali. Sono molti i piccoli imprenditori, ma anche semplici acquirenti di case con il mutuo, che accusano le banche di aver applicato tassi usurari. In molti casi, è stato superato il cosiddetto tasso soglia fissato dalla Banca d’Italia e le cause contro gli istituti di credito sono state vinte.
La materia è sicuramente complessa, il tasso soglia varia con il passare del tempo e anche a seconda della categoria del mutuo. Ed è necessario rivolgersi a personale esperto che si occupa a tempo pieno di anatocismo e usura. Il più delle volte i contribuenti che presentano denuncia hanno tutte le ragioni, grazie alla sentenza della Cassazione 350 del 2013 che ha stabilito il principio secondo il quale il tasso può diventare usurario anche dopo la stipula del contratto. Secondo questa sentenza, il rapporto di mutuo è un rapporto in divenire che cambia di continuo, almeno per quanto riguarda i mutui a tasso variabile. Per questo, durante il corso del mutuo, si può superare il tasso soglia che varia con il tempo anche in base all’inflazione e al variare dei tassi di riferimento.
Certo è che le banche vanno tenute sott’occhio e non è sufficiente certo la Banca d’Italia. Numerose le storie grottesche che si ritrovano a vivere alcuni imprenditori. Tra le tante, ricordiamo la storia di Giuseppe Schirru, imprenditore nel settore sanitario che ha denunciato episodi di corruzione e presunte infiltrazioni mafiose, prima di essere costretto a chiudere la propria azienda, la Emyr Sanitaria.
Un caso emblematico del rapporto spesso difficile fra impresa e credito. Non entrando nella questione corruzione e presunta infiltrazione mafiosa e soffermandoci invece sugli interessi sul debito contratto con le banche, la storia di Giuseppe Schirru potrebbe rappresentare per certi versi le storie di altri imprenditori.
Come documentato dall’estratto conto della sua Emyr Sanitaria, presso il Monte dei Paschi di Siena, un saldo iniziale negativo per 443.219 euro all’inizio di aprile 2014 cresce fino a un rosso di 516.757 euro un anno dopo, all’inizio di aprile 2015. Badate bene: tutti interessi! Nessun’altra operazione registrata: 73.381 euro in un anno, pari al 16,5% del saldo negativo iniziale. Secondo Schirru e i suoi legali, si configurerebbe l’anatocismo, ovvero l’applicazione degli interessi sugli interessi, vietata dalla legge, e anche l’usura. Sarà la giustizia, su questo aspetto, a dare una risposta definitiva.
Certo è che una sentenza parzialmente favorevole Schirru l’ha già ottenuta nel giudizio contro Banca Antonveneta dal tribunale di Termini Imerese. L’istituto di credito è stato condannato “al pagamento, a titolo di risarcimento dei danni derivanti dalla illegittima segnalazione alla centrale dei rischi della Banca d’Italia, in favore della società Emyr Sanitaria, della complessiva somma di 29.528,73 euro ed in favore di Giuseppe Schirru personalmente della complessiva somma di 14.764,37 euro”.
Pubblichiamo, qui di seguito, un paio di video:
– il primo riguarda un servizio de La Gabbia, mandato in onda su La7, che illustra il caso di un contribuente e la poca trasparenza della banca.
– il secondo riguarda delle ordinanze vincenti e il blocco di alcune aste immobiliari da parte di Deciba (Dipartimento Europeo Controllo Illeciti Bancari).
Per conoscere, informarsi e condividere. Perché ci si possa sentire meno soli e si possa comprendere che la banca può non avere sempre ragione. Anzi.
per favore contattatemi…..ho bisogno di voi……grazie mille….Debora…
Debora buonasera, mi scuso anche con lei per il ritardo nella risposta. Se ci comunica anche i suoi recapiti telefonici la faremo chiamare entro lunedì prossimo, nel frattempo riceverà una mail con alcuni contatti che potranno esserle utili,
buona domenica.