Unicredit caccia 8 famiglie da un palazzo di loro proprietà inutilizzato per anni.
Unicredit caccia 8 famiglie da un palazzo di loro proprietà inutilizzato per anni.
Si legge di quanto sta accadendo in Milano e precisamente in uno stabile di via Cagliari che ospita 8 famiglie ma crediamo non si sia arrivati al punto vero. Unicredit ha fondato Unicredit Subito Casa NON a caso!
Abbiamo già parlato di questo poco tempo fa, di come il mercato bancario italiano, seguendo ciò che sta accadendo in altri paesi europei, con Unicredit in testa si stia attrezzando costituendo apposite società immobiliari per fare semplicemente l’attività che oggi riconosciamo ai vari Tecnocasa, Gabetti ecc..
Niente di nuovo sotto il sole, una attività assolutamente lecita per chi deve valorizzare il suo patrimonio alla stessa stregua di un piccolo proprietario di un appartamento da 70 mq che ha il diritto di decidere di rimettere sul mercato il proprio bene per venderlo al miglior offerente, ma la scelta è quella giusta?
Oggi la banca chiede il sequestro dell’immobile con l’unico obiettivo di cacciare gli abitanti. Il sequestro blocca qualsiasi altra operazione sull’immobile che rimane così destinato a rimanere vuoto per anni, mentre le famiglie vengono cacciate per strada perché nei vari incontri con i servizi sociali è stato sempre ribadito che per loro non ci sono soluzioni, che tutti i posti di emergenza sono pieni e che non ci sono case popolari disponibili.
Può esserci un’altra soluzione? Forse si! Perché non proporre l’acquisto degli appartamenti a condizioni agevolate agli occupanti?
Il tiolo che troviamo sui media è più o meno questo
“La Banca Unicredit e la Polizia vogliono sgomberare lo stabile di via Cagliari che ospita 8 famiglie”. E’ l’allarme lanciato dalla Rete Diritti in Casa, che da questa mattina è protagonista di un presidio davanti alla sede della banca in via Repubblica.
Questo il comunicato dell’associazione con cui siamo ovviamente solidali
Ecco il comunicato dell’associazione: “Da Marzo del 2014 un gruppo di famiglie senza casa, precedentemente sfrattate perché rimaste senza lavoro, ha ridato vita a una casa abbandonata di Via Cagliari 33, facendo importanti lavori di ristrutturazione tramite l’autorecupero e trasformando gli uffici in appartamenti, per rendere utile un edificio altrimenti destinato all’abbandono e al limite alla speculazione,
e ora sta per chiedere a magistratura e polizia di cacciare gli abitanti per lasciare di nuovo la casa a marcire.
L’atteggiamento del comune, del prefetto, della procura e della questura è un greve campanello d’allarme per la gestione delle questioni sociali in città: da un lato l’amministrazione cittadina non ha il coraggio di chiedere con forza il blocco degli sfratti pur dichiarandosi favorevole e non richiede la requisizione delle migliaia di alloggi sfitti, dall’altra chi detiene il controllo della forza pubblica asseconda le richieste di speculatori che non hanno alcun bisogno reale concreto rispetto all’immobile occupato, rendendo ancora più grave l’emergenza abitativa in città e trasformando l’emergenza abitativa in una questione di ordine pubblico da reprimere nelle sue manifestazioni rivendicative.
“Noi non ci stiamo.”, e noi siamo con voi.